Ξ Lazzaro Napoletano » Storia, mito e … » Grand Tour » Sulle note del Grand Tour
Napoli era meta ambita del “Grand Tour”, che era il completamento culturale degli artisti e dei nobili rampolli degli anni tra ‘700 e ‘800.
Charles de Brosses aveva già visto Napoli stendersi a mezzaluna lungo la riva; Edmond e Jules de Goncourt, non ancora giunti a Napoli, avrebbero visto il porto gremito di bastimenti dagli alberi gialli e dalla carena rossa; François-René de Chateaubriand udiva le onde gemere sulla tomba di Virgilio; Carlo Augusto von Platen Hallermunde imparava il godimento della vita; Bernardo Tasso, padre di Torquato, aveva visto la vezzosa Mergillina, figlia del fruttifero Pausilippo, pettinarsi il biondo crine; Johann Wolfango Goethe aveva accompagnato con sospiri le gonfie vele della fregata “Palermo”, che filava tra Capri e il Capo di Minerva; Anna de Staël Holstein descriveva il fiume di fuoco scendere dal Vesuvio e raggiungere il mare assumendo varie forme; Alphonse-Marie-Luis de Pratz de Lamartine, sazio di Roma, volle vedere Napoli, per vederla con gli occhi di Virgilio; Saint-Marc Girardin leggeva i versi latini del Sannazaro, guardando il mare e il Vesuvio seduto sulla collina di Posillipo; e tanti e tanti altri ancora.
E in quell’epoca a Napoli si ascoltavano brani anche di epoche passate.
Echeggiavano ancora madrigali e villanelle insieme alle note di Gioacchino Rossini, Giacobbe Di Capua, Leonardo Vinci, Baldassarre Donati, Pietro Labriola, Niccolò Piccinni , Giovanni Paisiello, Gaetano Donizzetti, Vincenzo Bellini . . . perchè la canzone classica, quella oggi più conosciuta, ancora doveva nascere.
(Gennaro Agrillo)