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da “Neaples” lirica tratta dal volume “Italy” 1836
«Questa regione veramente non è terrena. Non cadde ella dal cielo?… Non un bosco d’aranci, o pini, o cedri; non una grotta corrosa dal mare che non esali un incantamento. Non una rupe che non disegni sulle chiare acque del mare immagini deliziose. Mentre la barca scivola, invitano a pensare tetti di capanne splendenti di fiori cremisi, templi ruinati e monumenti caduti. Oh, potessi io qui navigare sempre dallo erompere del giorno, fino a quest’ora, l’ultima e migliore, quando, ad una ad una, le barche dei pescatori escono, ciascuna con la sua face fìammante a prora, e quando le reti son gettate e il canto serale corre sulle onde tremolanti. Ovunque, qui, poesia e verità si diffusero rivali e ciascuna colla sua particolare potenza. Venne la poesia, sorrise e cantò, recingendo di fiori il vero. Venne la poesia, terra e mare e ombre riflettendo e dando ella mille e mille colori non suoi…»