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da “Viaje de Italia” (ottobre 1793 – 5 marzo 1794)
29 ottobre 1793, scrive all’amico Giovanni Antonio Melon
«Napoli trabocca di gente; la sua situazione è bellissima; un gran porto; l’isola di Capri di fronte, il Vesuvio alto, nero, conico, lanciando contro il nemico cielo fiamme di sdegno, le sue falde ricoperte di giardini ed edifizi, e l’altra parte della città che si eleva in anfiteatro circonda la grande spiaggia; navi nel porto, castelli ai lati. Bella cosa davvero e degna del tuo occhio perspicace e osservatore!»
Scrive di Posillipo
«Questo monte è molto delizioso: dalla sua altura si vede a sinistra la città di Napoli e la bella costa; di fronte la montagna di Somma, il Vesuvio e gli allegri villaggi sparsi alle sue falde: è tutto pieno di ville, dove i ricchi nel rigore dell’estate vengono a godersi l’aria fresca, l’ombra del verde, una quiete soave.»
Scrive di Portici
«Situata alle falde del Vesuvio, a breve distanza dal mare, ricca di ville e giardini deliziosi, assai piacevole per la bellissima vista del mare, dell’isola di Capri, del golfo e del porto di Napoli, della leggiadra collina di Posillipo. Niente vi è che non piaccia in questa situazione, eccetto la vicinanza del terribile vulcano.»
Scrive dei Campi Flegrei
«Salendo su una piccola altura che è nelle vicinanze si vede in lontananza il Vesuvio e Somma, che elevano le loro aspre punte; dietro della fertile collina di Posillipo, Capri e la piccola Nisida, il golfo di Pozzuoli, la città e l’antico porto erroneamente chiamato di Caligola, i cui avanzi percuote il mare; al nord il Lago Lucrino, il Monte Nuovo, il Monte Barbaro celebrato per i suoi vini, l’alto castello di Baia; a mezzodì il promontorio di Miseno, a maggior distanza la piccola isola di Procida e quella rocciosa d’Ischia, piena di vulcani distrutti e abbondante di acque sorgive.»
Dal belvedere della Certosa di San Martino
«Tutta la città di Napoli è ai pedi del monte: Posillipo a dritta; i monti Tifati, Somma e il Vesuvio a sinistra, Capri di fronte e nel mezzo il divino mare.»