Ξ Gennaro Agrillo » Oggi mi sento così » Don’t touch me tomato
Non si sa di preciso da dove venga il termine calypso. Alcuni ritengono che derivi da kaiso, una parola dell’Africa occidentale che veniva usata per esaltare un’esibizione ben fatta.
Il tono satirico del testo è un tipico aspetto di ascendenza africana: il canto, infatti, era usato originariamente dagli schiavi delle piantagioni, che se ne servivano per comunicare tra loro.
Come la “macchietta napoletana”, che aveva per oggetto un “tipo” (la mantenuta, il deputato, il prete, il benefattore, l’esattore delle tasse, il guappo, lo sciupafemmine …) presentato in modo caricaturale, esasperandone e deformandone il modo di esprimersi, di pensare, i caratteri fisici, comportamentali e psicologici, che era intrisa di allusioni, doppi sensi, ma anche di spunti ironici, comici, sfacciatamente ridicoli, grotteschi, paradossali, così i canti “calypso”, introducendo nei loro versi i doppi sensi, prendevano di mira personaggi comuni, la burocrazia e il ceto elevato della società.
Di conseguenza, come per la “macchietta”, le persone comuni esaltavano gli interpreti come degli eroi mentre le autorità li consideravano un problema.
(Gennaro Agrillo)
